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Bent Parodi di Belsito

Bent Parodi nasce a Copenaghen nel 1943 dal duca Fortunio di Belsito e da Donna Tove Parodi Holm-Andersen e fin da piccolo manifesta interesse e curiosità per le tematiche spirituali, il mistero, il Sacro e la natura. La sua vita appartiene a una dimensione apparentemente lontanissima dai nostri giorni. Fin da bambino, conosce e frequenta con assiduità personaggi di indubbio rilievo: l’autore del Gattopardo, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, lo invita spesso a casa sua, e la moglie di questi, Alexandra Wolff Stomersee, gli trasmette l’interesse per la psicoanalisi; attraverso la nonna Elisabetta Valguarnera Niscemi s’innamora della cultura egizia; Casimiro Piccolo istruisce il giovane Bent sull’Assoluto quale manifestazione del Divino e lo zio Raniero Alliata di Pietratagliata infonde in lui il gusto per la ricerca e per la sperimentazione diretta della conoscenza.

Tutte figure di una cultura aristocratica, che contribuiscono ad aprire a Bent Parodi la porta della curiosità e dell’indagine intellettuale, che lo conducono a laurearsi in Lettere classiche e in Filosofia e specializzarsi in Storia comparata delle religioni.

Da Casimiro Piccolo, Bent apprende che “tutta la realtà nasce dal pensiero e si riduce nel pensiero universo”. La legge dell’evoluzione cosmica altro non è se non una crescita per gradi sempre più elevati di consapevolezza. L’influenza del Barone Piccolo di Calanovella determina in lui la convinzione che sia possibile accedere all’immortalità, definita come “un altro modo di definire la verità”. E sempre da Casimiro apprende il rispetto per tutte le religioni, poiché “in ciascuna di esse si cela la verità” e solamente cercandola è possibile risalire fino ad essa, “riconoscendola fra le maschere della vita”.

E se le vicende della vita lo portano a diventare giornalista, in questo campo egli emerge, scrivendo oltre seimila articoli, pubblicati in quotidiani, settimanali e riviste di arte, storia, letteratura, simbolismo e filosofia. Nel 1980 è insignito del Premio internazionale Nietzsche per la saggistica in tema di filosofia. Nel 2003 riceve il Premio nazionale Carlo Casalegno per il giornalismo.

Singolare figura, quella di Bent Parodi, nel panorama culturale e in quello esoterico. Non fa mistero di appartenere alla Massoneria, che egli considera una scuola per l’elevazione e il perfezionamento dell’uomo. Come raffinato intellettuale e studioso del mondo del sacro gli viene riconosciuta una vasta competenza, estesa anche alla storia antica dei popoli vissuti in Sicilia e dei culti che vi venivano praticati, che egli ricostruisce con cura nei propri scritti.

Gli incarichi giornalistici al Giornale di Sicilia stimolano ulteriormente la sua sete di conoscenza, che si manifesta nella cultura a tutto tondo e nella ricerca riguardante la dimensione del Mito e la via iniziatica. Pubblica numerosi libri su spiritualità, esoterismo, cognomi siciliani, e storia e simbologia delle religioni, non dimenticando mai l’ideale aristocratico. Emblematico è il suo libro Il principe mago, nel quale condensa i ricordi adolescenziali, le memorie dell’aristocrazia e la propria vocazione alla simbologia. Tutti elementi che si riscontrano nella sua venticinquennale Presidenza della Fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella.

Alla sua azione si deve, infatti, in gran parte, la conservazione e la valorizzazione di Villa Piccolo, che egli considera come un luogo da preservare rispetto alla decadenza oramai imperante. L’impronta di Parodi nella gestione della Villa, pur richiamando la memoria dei Piccolo, manifesta una propria peculiare originalità. Ogni anno, la stagione estiva è l’occasione per elaborare un cartellone di iniziative culturali dedicate alla diverse manifestazioni del Sacro e la Villa sulle colline di Capo d’Orlando diviene, così, luogo d’incontro di intellettuali, studiosi e artisti provenienti da ogni parte, accomunati da una vibrante tensione ideale verso le questioni relative alla cultura e al Mito. Per Bent Parodi, Villa Piccolo è più che una dimora, è una ierofania, una manifestazione del Sacro e, non a caso, in più di un’occasione, la definisce un “tempio a cielo aperto”.

Allo scopo di affermare l’ideale tradizionale e di raccogliere attorno all’idea di aristocrazia dello spirito studiosi, intellettuali e spiriti sensibili, nell’aprile del 2007 dà vita a Palermo all’Associazione Alessandro Tasca Filangeri di Cutò, dedicata al cosiddetto Principe rosso, zio materno dei Piccolo.

Tra la fine dell’estate e l’autunno del 2009, riunisce numerosi suoi scritti, alcuni pubblicati negli anni precedenti, altri inediti. Ne nascono due opere suddivise in tre volumi che danno il via alle collane della nuova casa editrice Tipheret, la cui costituzione è da egli stesso caldeggiata. Nella prefazione a tali volumi scrive: “Queste opere suggellano in qualche modo l’impegno di tutta una vita”. Bent Parodi di Belsito muore a Palermo il 16 dicembre del 2009. Tre mesi dopo i suoi scritti escono in libreria. Il suo desiderio riviene realtà.